Le sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) sono composti chimici artificiali ampiamente utilizzati in numerose applicazioni industriali e quotidiane. Questi composti possono influire sulla qualità dell’acqua potabile.
Si trovano in oggetti di uso comune come pentole antiaderenti, abbigliamento impermeabile, imballaggi alimentari, cosmetici e persino nelle schiume antincendio. Il loro principale problema? Sono altamente persistenti: una volta rilasciati nell’ambiente, restano attivi per decenni senza degradarsi, per questo vengono definiti “inquinanti eterni”.
PFAS e salute: i rischi documentati
Numerosi studi internazionali hanno evidenziato un legame tra esposizione cronica ai PFAS e gravi effetti sulla salute umana. Tra questi si segnalano:
- Alterazioni del sistema endocrino e ormonale
- Soppressione delle difese immunitarie
- Compromissione della fertilità
- Aumento del rischio di alcune forme tumorali
- Possibili effetti sullo sviluppo nei bambini
L’assunzione principale di queste sostanze avviene attraverso l’acqua potabile contaminata, spesso inquinata da scarichi industriali che si infiltrano nelle falde acquifere. L’ultima mappa sulla contaminazione delle acque in Italia, elaborata da Greenpeace, ha acceso un campanello d’allarme in molte regioni italiane.
Una svolta tutta italiana: il filtro al grafene che neutralizza i PFAS
In risposta a questa emergenza ambientale e sanitaria, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), insieme all’azienda MEDICA S.p.A., ha sviluppato un’innovativa tecnologia di filtrazione basata su ossido di grafene (GO). Questo materiale è integrato all’interno di membrane composite in polisulfone e fibre capillari cave, progettate specificamente per l’eliminazione dei contaminanti emergenti.
Secondo quanto pubblicato su Nature Water, i nuovi filtri sono in grado di bloccare efficacemente i PFAS, insieme ad altre sostanze nocive come:
- Metalli pesanti, tra cui il piombo
- Antibiotici della famiglia dei chinolonici
- Composti farmaceutici, pesticidi, microplastiche e residui cosmetici
Come funziona la nuova tecnologia
La straordinaria capacità di adsorbimento dell’ossido di grafene permette di trattenere le molecole pericolose, mentre la membrana in polisulfone agisce selettivamente, trattenendo solo i contaminanti e lasciando passare l’acqua depurata. Il filtro è:
- Altamente efficiente: comparabile o superiore agli attuali filtri di fascia alta
- Sostenibile: utilizza piccole quantità di materiale e riduce i costi di produzione
- Scalabile: pronto per essere adottato su vasta scala, senza modificare gli impianti esistenti
Questa tecnologia è stata sviluppata grazie al progetto europeo GRAPHIL, mirato alla protezione della salute attraverso la depurazione avanzata delle acque.
Un passo avanti verso un futuro più sano e sostenibile
Secondo Vincenzo Palermo, direttore dell’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del CNR (Cnr-Isof), il progetto rappresenta un esempio concreto di come la ricerca scientifica applicata possa generare soluzioni utili, sicure e rispettose dell’ambiente.
“Abbiamo realizzato una tecnologia che coniuga efficacia e sostenibilità, e che può essere subito adottata per produrre migliaia di filtri ogni anno”, ha dichiarato Palermo.
L’adozione di soluzioni innovative per rimuovere i PFAS dall’acqua è oggi una necessità urgente per la salute pubblica. Con il supporto di tecnologie come quella sviluppata dal CNR, è finalmente possibile immaginare un futuro con acque più pulite, più sicure e più sane per tutti.
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