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Trump rompe il silenzio: Groenlandia possibile obiettivo militare

Trump rompe il silenzio: Groenlandia possibile obiettivo militare

Durante una lunga intervista rilasciata alla rete televisiva NBC, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è tornato a far discutere l’opinione pubblica con una dichiarazione che ha fatto il giro del mondo. Trump ha riacceso i riflettori sull’idea, già espressa in passato, di annettere la Groenlandia agli Stati Uniti, questa volta non escludendo esplicitamente l’impiego della forza militare.

“Potremmo prenderla con la forza”: le parole di Trump sulla Groenlandia

Parlando del più grande territorio autonomo del Regno di Danimarca, Trump ha dichiarato:

“Non lo escludo. Non sto dicendo che lo farò, ma non lo escludo. Abbiamo molto bisogno della Groenlandia. Ci vivono poche persone, ce ne prenderemmo cura. Ma ne abbiamo bisogno per la nostra sicurezza nazionale”.

Le affermazioni dell’ex presidente americano hanno subito acceso il dibattito internazionale, sollevando preoccupazioni su un possibile scenario di conflitto, per quanto ipotetico, in una delle aree più strategiche e meno popolate del pianeta.

La risposta della Groenlandia: “Siamo noi a decidere il nostro futuro”

Non si è fatta attendere la reazione delle autorità locali. Già a marzo, il primo ministro groenlandese Jens-Frederik Nielsen aveva respinto con fermezza ogni ipotesi di cessione o annessione forzata del territorio:

“Gli Stati Uniti non avranno la Groenlandia. Siamo noi a decidere il nostro futuro”.

Una posizione netta, ribadita anche da Copenhagen, che considera la Groenlandia un’entità autonoma all’interno del Regno danese, dotata di ampi poteri decisionali interni.

Perché gli Stati Uniti vogliono la Groenlandia?

Le ragioni dietro l’interesse degli Stati Uniti per la Groenlandia non sono certo romantiche. Si tratta di un territorio cruciale dal punto di vista geostrategico e delle risorse.

  • Posizione strategica: L’isola si trova in una posizione chiave tra il continente nordamericano e l’Europa. Inoltre, rappresenta una sorta di “scudo naturale” verso eventuali minacce provenienti dall’Artico, in particolare dalla Russia, che ha recentemente intensificato la sua presenza nella regione.
  • Rotte commerciali: Lo scioglimento dei ghiacci dovuto al cambiamento climatico sta aprendo nuove rotte marittime nell’Artico. Chi controlla la Groenlandia, di fatto, potrebbe dominare una parte significativa dei futuri traffici navali globali.
  • Ricchezza del sottosuolo: La Groenlandia potrebbe celare ingenti riserve di petrolio, gas naturale e terre rare, risorse fondamentali per l’industria tecnologica e militare. Il riscaldamento globale, paradossalmente, potrebbe rendere più facilmente accessibili questi giacimenti.

Nel corso dell’intervista, Trump ha toccato anche un altro tema controverso: il rapporto con il Canada. In passato aveva ipotizzato provocatoriamente che il Canada potesse diventare il 51º Stato americano, ma ha precisato di non avere intenzione di usare la forza nei confronti del vicino del nord.

La retorica aggressiva del tycoon nei confronti di Ottawa ha però avuto conseguenze politiche tangibili. Nelle ultime elezioni federali canadesi, il Partito Liberale, guidato da una leadership fortemente contraria alle posizioni di Trump, ha guadagnato terreno. Al contrario, i Conservatori canadesi, storicamente più vicini alla linea trumpiana, hanno perso consensi per non aver preso una posizione netta.

Uno scenario che preoccupa l’Europa e il mondo

La sola idea che un ex presidente degli Stati Uniti — e possibile candidato per il futuro — possa considerare legittima l’annessione forzata di un territorio autonomo europeo, desta allarme tra le cancellerie internazionali. La Groenlandia, pur essendo autonoma, resta formalmente legata alla Danimarca, membro della NATO e dell’Unione Europea.

Un eventuale tentativo militare di annessione aprirebbe scenari imprevedibili, sia sul piano geopolitico, sia su quello delle alleanze internazionali.

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