Sembra la scena d’apertura di una serie crime, ma è tutto reale. A Tromello, nel Pavese, il ritrovamento di un martello, un’ascia, una mazzetta e un attizzatoio in un canale ha riacceso i riflettori sul caso di sentite parlare di Chiara Poggi, uno dei più discussi della cronaca nera italiana: l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. Gli oggetti sono stati recuperati nei pressi dell’abitazione della nonna delle gemelle Cappa, cugine della vittima. Un dettaglio che ha subito sollevato interrogativi: com’è possibile che quel tratto d’acqua non sia mai stato dragato prima?
I 280 messaggi e la frase che riaccende i sospetti
Oltre al materiale ritrovato, sarebbero emersi anche 280 messaggi scambiati nei giorni successivi al delitto di Chiara Poggi. Uno in particolare, attribuito a Paola Cappa, ha attirato l’attenzione dei media: “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”. Un virgolettato rilanciato da numerose testate, che ha contribuito a riaprire il dibattito sull’intera vicenda.
Nonostante le due gemelle non siano mai state formalmente indagate, verranno sottoposte alla raccolta del DNA per escludere ogni possibile collegamento. La procura mantiene il massimo riserbo sul caso Poggi e i suoi sviluppi, ma le voci si moltiplicano. E con esse, le ipotesi.
Fabrizio Corona rompe il silenzio: “Tutto costruito ad arte, vi svelo la verità su Garlasco”
Mentre giornali e televisioni cavalcano la notizia, Fabrizio Corona interviene su Instagram con un’accusa precisa: “Tutto quello che avete sentito sull’inchiesta di Garlasco, dal dragaggio del canale al martello, fino ai virgolettati e il caso Chiara Poggi, è un’operazione di comunicazione costruita per attirare clic. Una narrazione mediatica, non una ricerca della verità.”
Corona annuncia così un nuovo episodio di “Falsissimo”, il suo format di controinchiesta. Lo definisce “un contenuto esclusivo e clamoroso, che rimetterà in discussione tutta la versione ufficiale”.

Lo speciale su Garlasco: Corona promette rivelazioni su dettagli mai indagati
Nel trailer dello “Speciale Garlasco”, Corona afferma di aver ricostruito l’intera vicenda con indagini parallele, inclusi elementi mai approfonditi dagli inquirenti nel 2007. Si parla del caso Poggi, ad esempio, di una bicicletta nera avvistata nei pressi della villetta di via Pascoli, mai sequestrata, e di una ragazza bionda con occhiali scuri, osservata proprio tra le 9:30 e le 10 del giorno del delitto.
La segnalazione di quella presenza fu fatta da Marco Muschitta, un ex operaio, che in un’intercettazione raccontò di aver ritrattato su richiesta. Un dettaglio inquietante, su cui nessuna indagine ufficiale ha mai fatto piena luce.
“Abbiamo rischiato tutto per cercare la verità”
Corona, pur consapevole delle critiche che riceve, non si tira indietro: “In nove puntate abbiamo messo in discussione ogni elemento ufficiale, con rigore e coraggio. Abbiamo rischiato la nostra libertà per portare alla luce tutto ciò che non è stato mai raccontato sul caso Poggi di Chiara.”
Nel decimo episodio, dedicato interamente al caso Poggi, promette di “scoperchiare il vaso di Pandora”, svelando ciò che la stampa e l’informazione tradizionale avrebbero trascurato o dimenticato su una vicenda centrale come quella di Chiara Poggi.
Il caso Garlasco torna al centro del dibattito pubblico
A distanza di 18 anni, l’omicidio di Chiara Poggi resta un enigma irrisolto per una parte dell’opinione pubblica. Alberto Stasi, ex fidanzato della giovane, è stato condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni di carcere. Ma per molti – tra cui lo stesso Corona – la verità giudiziaria non coincide con quella fattuale.
La recente riapertura dell’interesse mediatico, unita alle nuove ipotesi sul caso di Chiara Poggi, rischia di riaccendere un conflitto tra narrazione giornalistica e realtà giudiziaria. E alimenta dubbi, polemiche e tensioni su un caso come il caso Poggi che, per certi aspetti, non ha mai davvero smesso di far discutere.
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