Una svolta storica nel mondo della moda e dellโeditoria: Anna Wintour lascia la guida dellโedizione americana di Vogue, ruolo che ha ricoperto con autoritร e stile inconfondibile dal lontano 1988. La notizia รจ arrivata in modo diretto e personale. ร stata annunciata dalla stessa Wintour durante una riunione interna con il suo team redazionale. Durante il meeting ha comunicato lโintenzione di cercare un nuovo volto alla guida del leggendario magazine di moda.
Continuerร a influenzare la moda globale da ruoli strategici
Sebbene Wintour si allontani dalla direzione editoriale di Vogue US, non abbandonerร del tutto la scena. Resterร infatti Global Chief Content Officer di Condรฉ Nast, nonchรฉ Direttore Editoriale Globale di Vogue. Cosรฌ, garantirร unโinfluenza ancora decisiva sulle scelte creative e contenutistiche del gruppo a livello mondiale. Il suo ritiro dal comando della redazione americana rappresenta piรน una transizione strategica che un vero addio.
La conferma ufficiale e lโinizio di un nuovo capitolo
Le prime indiscrezioni sono trapelate da diversi media internazionali, fino a trovare conferma ufficiale in una dichiarazione rilasciata da Condรฉ Nast al New York Post. Dopo quasi quattro decenni, si chiude un ciclo che ha trasformato Vogue in un marchio culturale globale, capace di dettare tendenze ben oltre le passerelle.
Lโascesa di unโicona: dagli esordi a Viva a regina di Vogue
Nata a Londra nel quartiere di Hampstead, Anna Wintour si trasferรฌ negli Stati Uniti negli anni โ70, avviando una carriera che lโavrebbe resa una delle figure piรน potenti e riconoscibili del fashion system. I suoi esordi furono curiosi e sorprendenti. Tra i primi incarichi da fashion editor, infatti, figurava Viva, rivista erotica rivolta a un pubblico femminile adulto, fondata dalla moglie dellโeditore di Penthouse. ร proprio lรฌ che Anna iniziรฒ a costruire la sua leggenda. Inoltre, assunse per la prima volta una segretaria personale, gesto che contribuรฌ a definire la sua fama di direttrice esigente e spietata.

Tra leggenda e pop culture: Il Diavolo Veste Prada
Il mito di Anna Wintour ha travalicato i confini della moda, ispirando la cultura pop. La sua figura โ con lโinseparabile caschetto e gli iconici occhiali da sole โ รจ diventata il modello per il personaggio di Miranda Priestly nel film cult Il Diavolo veste Prada (2006), interpretato da una glaciale Meryl Streep. Giudizi lapidari, sguardi taglienti, silenzi carichi di significato: il ritratto cinematografico ha cristallizzato unโaura giร ben nota agli addetti ai lavori.
Lโimpatto su Vogue e sullโimmaginario della moda
La prima copertina firmata da Wintour risale al novembre 1988 e fu rivoluzionaria. La modella Michaela Bercu vi appariva con un paio di jeans da 50 dollari e una giacca Christian Lacroix. Un mix audace tra alta moda e abbigliamento accessibile che segnerร per sempre lo stile editoriale di Vogue sotto la sua direzione.
Indimenticabili anche i celebri September Issues, i numeri di settembre che diventavano ogni anno delle vere e proprie โBibbia della modaโ. Ogni copertina, ogni editorial, ogni fotografo selezionato sotto la sua guida ha contribuito a consolidare un immaginario estetico influente a livello globale.
Una guida incrollabile durante le crisi editoriali
Wintour ha mantenuto la sua posizione anche nei momenti piรน turbolenti per lโeditoria cartacea. Ha resistito alle trasformazioni digitali e alle riorganizzazioni interne del gruppo Condรฉ Nast. Dal 2013 ha esteso la sua supervisione creativa a tutte le testate del gruppo. Inoltre, nel 2019 รจ diventata Global Content Advisor, ruolo con cui ha gestito la delicata ereditร lasciata da Si Newhouse, lo storico mecenate ed editore del gruppo.
Un lascito che va oltre la moda
Anna Wintour non ha solo fatto la storia di Vogue, ha plasmato la cultura contemporanea. Dalla moda allo sport (sua grande passione รจ il tennis, che pratica ogni mattina), dalla politica agli eventi mondani, รจ stata e resta una figura di riferimento, inimitabile e ineguagliabile.
Una nuova era si apre per Vogue US. Ma il marchio Wintour rimane inciso nel DNA dellโeditoria di moda. La sua influenza non si ritira, si evolve. E il suo stile โ intransigente, lucido, visionario โ continuerร a fare scuola per le generazioni a venire.