La salute spiegata in modo semplice

Allevamenti intensivi sotto la lente: polli con Zampe bruciate e muscoli deformati

Allevamenti intensivi sotto la lente: polli con Zampe bruciate e muscoli deformati

Ogni giorno milioni di persone acquistano petti di pollo o crocchette nei supermercati o nei fast food, ignare della breve e drammatica esistenza dell’animale da cui provengono. Un pollo da allevamento intensivo, come quelli della razza Ross 308, vive in media appena 35 giorni.

Durante questo periodo cresce a ritmi impressionanti, arrivando ad aumentare di peso fino a 60 grammi al giorno. A un certo punto, perรฒ, il suo stesso corpo diventa un peso insostenibile: le gambe cedono, i muscoli si infiammano e compaiono gravi lesioni cutanee.

Perchรฉ i polli smettono di camminare prima di morire?

La crescita eccessiva del petto, ottenuta attraverso selezione genetica, compromette la mobilitร  dellโ€™animale. I muscoli pettorali diventano cosรฌ grandi da alterare lโ€™equilibrio corporeo. Questo fenomeno รจ visibile anche esternamente attraverso la presenza di striature bianche anomale sulla carne (nota come โ€œwhite stripingโ€), segno di una degenerazione muscolare. I polli finiscono cosรฌ per trascorrere gli ultimi giorni di vita immobili, con le zampe piegate sotto un corpo troppo pesante da sostenere.

Ustioni sotto le zampe: un problema diffuso e โ€œnormalizzatoโ€?

Uno degli aspetti piรน preoccupanti riguarda le ustioni plantari, una condizione riscontrata in quasi tutti i polli allevati a livello industriale. Secondo i dati ufficiali del Ministero della Salute analizzati da Il Fatto Alimentare, su un campione di 185.000 polli macellati in Lombardia e provenienti da 40 allevamenti, il 100% degli animali presentava lesioni necrotiche sotto le zampe.

La stragrande maggioranza dei polli allevati in modo intensivo sviluppa ustioni da contatto alle zampe, provocate principalmente dalla scarsa igiene delle lettiere, raramente sostituite, e dalla limitata possibilitร  di movimento.

Le cause? Una combinazione di scarsa igiene, mancato ricambio della lettiera e movimento limitato. Le lettiere, impregnate di urina e feci, diventano un terreno ideale per la comparsa di dermatiti da contatto.

Quanto sono gravi queste ustioni nei polli da supermercato?

Lโ€™indagine ha mostrato che:

  • Circa il 50% degli animali presenta ustioni estese che ricoprono la metร  della superficie delle zampe.
  • Nel 25% dei casi, le lesioni si estendono fino alle dita.
  • Solo il restante 25% mostra segni di dermatite di entitร  lieve.

In sostanza, nessun animale risulta indenne. Queste condizioni rappresentano una chiara violazione del benessere animale, anche se dal punto di vista igienico-sanitario le carni vengono considerate โ€œsicureโ€ dai veterinari che ne certificano la salubritร .

Le aziende produttrici e i marchi coinvolti sono a conoscenza?

Sรฌ, e da tempo. Marchi noti come Aia, Amadori, Fileni e Martini, cosรฌ come le principali catene della grande distribuzione italiana (Coop, Conad, Esselunga, Iper), sono pienamente consapevoli delle condizioni in cui vivono gli animali. I loro polli sono spesso presentati come โ€œnaturaliโ€, โ€œsenza antibioticiโ€ o allevati con โ€œluce solare naturaleโ€, ma nessuna etichetta racconta la realtร  delle ustioni, delle infiammazioni muscolari o della sofferenza legata allโ€™immobilitร .

Anche i fast food usano questi polli?

Sรฌ, anche grandi catene come McDonaldโ€™s si riforniscono da allevamenti italiani, spesso gli stessi che servono i supermercati. Lโ€™azienda pubblicizza lโ€™origine italiana delle carni, ma non fornisce alcuna informazione sulle condizioni di vita degli animali. Le crocchette di pollo tanto amate dai bambini nascono cosรฌ, da creature che hanno vissuto pochi giorni, in ambienti sovraffollati e malsani.

In molti casi, le lesioni da contatto si estendono fino al garretto e risultano visibili perfino nei fusi e nelle cosce confezionate e messe in vendita nei supermercati.

Quanti polli muoiono prima ancora di arrivare nei piatti?

Oltre alla sofferenza documentata durante la crescita, i dati indicano che tra il 4% e il 6% dei polli non arriva vivo alla fase finale della filiera.

In dettaglio:

  • Circa l’1% muore durante il trasporto o viene scartato al macello.
  • Un altro 3-5% muore nei 35-42 giorni di allevamento.

In un capannone con 10.000 animali, significa che 400-600 polli muoiono prima di essere trasformati in carne vendibile. Gli altri, invece, sopravvivono a stento su lettiere marce, respirando ammoniaca e convivendo con le ustioni.

Qual รจ la situazione in altre regioni italiane?

Le criticitร  riscontrate in Lombardia non sono isolate.

  • In Emilia-Romagna, le indagini condotte su 239.000 polli provenienti da 47 lotti hanno restituito dati del tutto simili: lesioni gravi, infezioni e immobilitร  diffusa.
  • In Sardegna, dove sono stati esaminati solo 2.000 animali, la situazione risulta leggermente migliore, con una minore incidenza di ustioni plantari. Tuttavia, mancano dati su molte altre regioni italiane, rendendo il quadro nazionale ancora parziale.

Cosa sono i polli โ€œa crescita rapidaโ€ e perchรฉ sono un problema?

I polli allevati per la produzione di carne appartengono quasi sempre a razze selezionate geneticamente per crescere nel minor tempo possibile. La piรน diffusa รจ la Ross 308, utilizzata in oltre 80 Paesi e fornita dalla multinazionale svizzera Aviagen. Questi animali sono stati progettati per trasformare il mangime in muscolo con una velocitร  mai vista in natura.

Ma questa efficienza ha un prezzo: le ossa non reggono, i muscoli degenerano e il sistema immunitario si indebolisce. Sono creature che, in un contesto naturale, non sopravvivrebbero oltre qualche settimana.

Perchรฉ non si parla di questa realtร  nei media mainstream?

Il motivo principale รจ semplice: il pollo รจ diventato invisibile. รˆ una carne considerata neutra, senza volto, economica. Un โ€œnon-animaleโ€ ridotto a peso e prezzo al chilo. I suoi dolori non scandalizzano, la sua morte non smuove le coscienze. Ma dietro ogni vaschetta di petto โ€œlightโ€ o ogni panino โ€œcrispyโ€ si nasconde una vita vissuta tra dolore e immobilitร .

Cosa possiamo fare come consumatori?

Come consumatori consapevoli, possiamo:

  • Leggere criticamente le etichette, senza farci ingannare da slogan rassicuranti.
  • Sostenere piccoli allevamenti locali, con filiere piรน trasparenti e cicli di vita meno stressanti per gli animali.
  • Ridurre il consumo di carne, in particolare quella da allevamento intensivo.
  • Informarci e diffondere consapevolezza, perchรฉ ogni scelta alimentare รจ anche una scelta etica.

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