Il consumo di pesci di grandi dimensioni come il tonno comporta un rischio ben noto: l’accumulo di metilmercurio, una sostanza tossica che può essere assorbita dal nostro organismo. Una nuova ricerca apre però la strada a una possibile soluzione innovativa. L’utilizzo di probiotici geneticamente modificati potrebbe neutralizzare il metilmercurio direttamente nell’intestino.
Batteri come alleati contro il metilmercurio
Lo studio, realizzato da un team di scienziati dell’Università della California di Los Angeles e San Diego, ha puntato su una strategia mai esplorata per affrontare l’assorbimento del mercurio alimentare. I ricercatori hanno preso in esame un batterio presente naturalmente nell’intestino umano, il Bacteroides thetaiotaomicron. Lo hanno modificato geneticamente per introdurre due enzimi capaci di disattivare il metilmercurio. Questi enzimi trasformano il metilmercurio in una forma meno pericolosa.
Questi enzimi, isolati da specie batteriche originarie di miniere inquinate da mercurio, sono stati inseriti nel DNA del batterio intestinale. Così è stato ottenuto un microrganismo capace di ridurre l’assorbimento del metilmercurio a livello intestinale.
Sperimentazione su modelli animali

Il batterio modificato è stato testato su topi da laboratorio. Il microbiota intestinale dei topi è stato sostituito con quello contenente il Bacteroides ingegnerizzato. Dopo l’ingestione di una dose significativa di metilmercurio, i ricercatori hanno osservato una netta riduzione dei livelli di tossina nell’organismo già dopo poche ore. Il calo è continuato nei giorni successivi.
Per verificare l’efficacia anche in condizioni croniche, gli animali sono stati alimentati con una dieta ricca di tonno rosso. Questo pesce è noto per l’elevato contenuto di mercurio. Anche in questo caso, il metilmercurio si è accumulato in misura molto minore nei tessuti sensibili come cervello e fegato.
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Un possibile alleato per le donne in gravidanza
Una delle parti più promettenti della ricerca riguarda l’effetto protettivo osservato anche in gravidanza. Le femmine di topo trattate con il batterio e alimentate con una dieta contaminata hanno mostrato livelli molto inferiori di metilmercurio nei tessuti materni e fetali. Questo suggerisce un possibile utilizzo del probiotico anche in contesti delicati come la gestazione.

Inoltre, la somministrazione del Bacteroides modificato si è rivelata efficace anche quando introdotta in animali con microbiota integro. Questo dimostra la capacità del batterio di integrarsi senza disturbare l’equilibrio intestinale.
Verso probiotici “anti-mercurio”?
I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Cell Host & Microbe, aprono la strada allo sviluppo di probiotici mirati per la detossificazione da sostanze come il metilmercurio. Se ulteriori studi ne confermeranno la sicurezza e l’efficacia negli esseri umani, potremmo presto disporre di un’arma biologica interna per proteggere il corpo da un problema finora senza soluzione reale.
Ad oggi, l’unico consiglio resta quello di limitare il consumo di grandi pesci predatori, in particolare in gravidanza o in soggetti vulnerabili. Ma nel prossimo futuro, l’assunzione di probiotici specifici potrebbe diventare una nuova strategia preventiva, da affiancare a un’alimentazione consapevole