La salute spiegata in modo semplice

Cibo ultra processato, più ne mangi più rischi di morire: nuovo studio lancia l’allarme

Il dibattito sull’impatto degli alimenti ultra processati (UPF) sulla salute si intensifica grazie a una recente ricerca pubblicata sull’American Journal of Preventive Medicine. Lo studio rivela una correlazione significativa tra il consumo di cibo ultra processato e un aumento del rischio di mortalità per qualsiasi causa. Un collegamento già emerso in precedenti studi, ma oggi supportato da nuovi dati e analisi comparative su scala internazionale.

Che cosa si intende per alimenti ultra processati?

Il termine “ultra processato” è stato coniato dal nutrizionista brasiliano Carlos Augusto Monteiro nel 2009. Gli UPF sono alimenti trasformati industrialmente, ricchi di additivi, conservanti, coloranti e ingredienti chimici. Rientrano in questa categoria prodotti come merendine confezionate, snack, bevande zuccherate, piatti pronti e cereali raffinati. Sono alimenti spesso poveri di nutrienti essenziali, come le fibre, e associati a numerosi effetti negativi sulla salute, incluso il consumo di cibo ultra processato.

I risultati dello studio: l’analisi su otto Paesi

Il lavoro dei ricercatori brasiliani ha confrontato il consumo di UPF in otto Paesi, rilevando che la percentuale di calorie derivanti da questi alimenti varia significativamente. Negli Stati Uniti, oltre la metà delle calorie quotidiane proviene da UPF, mentre nel Regno Unito la quota è poco inferiore. In Canada e Australia i livelli restano alti, mentre in Paesi come Brasile, Cile, Messico e Colombia, dove la tradizione alimentare è ancora radicata in abitudini più naturali, le percentuali sono sensibilmente più basse. È evidente che il cibo ultra processato ha una prevalenza diversa in questi contesti.

Rischio di mortalità in aumento con l’uso eccessivo di UPF

L’aspetto più allarmante dello studio riguarda il rapporto tra il consumo di UPF e il rischio di morte. Ogni aumento del 10% delle calorie da alimenti ultra processati si associa a un incremento del 3% nel rischio di decesso. Tuttavia, nei Paesi con una maggiore dipendenza da questi cibi, come gli Stati Uniti e il Regno Unito, questo aumento arriva fino al 14%. In termini concreti, si stima che, con una dieta meno industrializzata, si sarebbero potute evitare oltre 124.000 morti negli USA e 18.000 nel Regno Unito dovute a cibo ultra processato.

Additivi o nutrienti mancanti: qual è il vero nemico?

Una delle domande ancora aperte riguarda la reale causa di questo aumento del rischio. È possibile che gli effetti negativi siano legati agli additivi artificiali utilizzati per migliorare sapore e conservabilità, oppure alla progressiva eliminazione di componenti fondamentali come fibre, vitamine e minerali. La risposta definitiva non è ancora chiara, ma gli esperti ritengono urgente intervenire sul piano nutrizionale e normativo, soprattutto considerando il cibo ultra processato.

Serve un cambiamento nelle politiche alimentari

I ricercatori coinvolti nello studio chiedono a gran voce nuove politiche pubbliche. Propongono l’introduzione di tassazioni specifiche sugli UPF, incentivi per l’acquisto di alimenti freschi, aggiornamenti alle linee guida nutrizionali e campagne educative su larga scala. Promuovere le tradizioni culinarie locali e uno stile di vita alimentare più sano, libero da cibo ultra processato, è visto come un passaggio fondamentale per invertire la tendenza.

Le critiche degli esperti

Non mancano tuttavia voci critiche. Alcuni studiosi, come Stephen Burgess dell’Università di Cambridge, sottolineano che i dati analizzati provengono da periodi diversi, rendendo difficile una comparazione omogenea. Inoltre, viene ribadito che studi di tipo osservazionale non possono dimostrare un nesso di causa-effetto tra il consumo di UPF e l’aumento della mortalità, incluso l’impatto del cibo ultra processato.

Non tutti i cibi processati sono uguali

Alcuni esperti mettono in guardia anche contro generalizzazioni eccessive. Secondo Alex Robinson, CEO dell’organizzazione britannica Hubbub, non tutti gli alimenti ultra processati sono dannosi. Alcuni sostituti vegetali della carne, ad esempio, offrono valide alternative salutari e contribuiscono a una riduzione del consumo di carne, con benefici anche ambientali. È cruciale comprendere che il cibo ultra processato può presentare variazioni.

Conclusione: meno industrializzati, più salute

L’evidenza che emerge da questo studio rafforza una verità già nota: ridurre il consumo di cibi ultra processati può contribuire in modo significativo alla prevenzione di malattie croniche e a una maggiore longevità. Tornare a una dieta più naturale, basata su alimenti freschi e poco trattati, non è solo una scelta di gusto, ma un vero investimento per la salute.

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