Temptation Island, parla Raffaella Mennoia: “Le scene hot esistono, ma non le vedrete mai. E vi spiego perché”

Ogni estate, puntuali come le zanzare e le canzoni tormentone, milioni di italiani si lasciano conquistare da Temptation Island, il reality dei sentimenti targato Fascino che, puntata dopo puntata, tiene incollati allo schermo con falò infuocati, lacrime, dichiarazioni al vetriolo e rivelazioni scottanti. E i numeri parlano chiaro: l’ultima puntata ha superato il 30% di share, confermando il format come uno dei più solidi successi di Canale 5.
Ma cosa succede davvero quando le telecamere si spengono? O, meglio, quando sembrano farlo? Cosa viene mostrato e cosa invece viene volontariamente escluso dal montaggio? A rispondere a queste domande – che appassionano tanto il pubblico quanto gli addetti ai lavori – è Raffaella Mennoia, autrice storica del programma e braccio destro di Maria De Filippi.
La verità di Temptation Island: non tutto si vede (per scelta)
Intervistata da vari media nel corso degli anni, Raffaella Mennoia è tornata a parlare del cuore pulsante del programma, rivelando come dietro il racconto che arriva in prima serata su Canale 5 ci sia una scelta editoriale chiara e consapevole. Una scelta che, a differenza delle versioni straniere del format (come quella spagnola, nota per l’uso di telecamere a infrarossi che immortalano rapporti intimi espliciti), punta sulla sottrazione e sull’allusione.
“Sì, ci sono scene che non vedrete mai”, spiega la Mennoia. E aggiunge: “Non serve mostrare tutto. Non è il corpo a raccontare un tradimento, ma l’emozione, il contatto, lo sguardo, la parola non detta”. Il pubblico italiano non vedrà mai immagini spinte, nemmeno se sono accadute nella realtà, perché il linguaggio televisivo scelto da Maria De Filippi e dalla sua squadra protegge i protagonisti e valorizza l’introspezione emotiva, anziché il sensazionalismo.
Nessuno recita: il lungo lavoro dietro il casting
Un altro nodo fondamentale è l’autenticità. Sono vere le coppie? Sono veri i loro problemi? “Sì, sono assolutamente autentiche”, chiarisce Mennoia. Il lavoro di selezione è complesso e dura diversi mesi. Gli autori vagliano con attenzione le candidature, leggono messaggi, ascoltano storie, incrociano racconti, cercano coerenza emotiva e motivazioni profonde. Chi vuole semplicemente visibilità non supera neanche la prima scrematura.
“Non è mai successo di dire ‘questi sono fake’”, ribadisce Mennoia. E questo spiega perché, anche con tutto il filtro televisivo del caso, Temptation Island riesce a colpire lo spettatore con dinamiche relazionali in cui è facile immedesimarsi.
La tentazione non è il corpo, ma l’emozione
Il reality prodotto da Fascino, dunque, non è – come molti credono – una vetrina di tradimenti espliciti, ma un’esplorazione delicata e spesso dolorosa della fragilità umana. Le telecamere si posano sui dubbi, sulle crisi di comunicazione, sulla paura dell’abbandono e sulla tensione tra desiderio di libertà e bisogno di sicurezza.
“È un programma sull’amore e sull’attesa del tradimento, non sul tradimento in sé”, spiega ancora Mennoia. È per questo che anche la regia sceglie spesso di sfumare al nero, lasciare intuire piuttosto che mostrare, affidandosi all’intelligenza e alla sensibilità del pubblico.
Scene hot registrate ma mai mandate in onda? Sì, e non è censura
Le voci che circolano da anni su scene “hot” registrate ma tagliate sono vere. Eppure, non si tratta di censura, ma di coerenza narrativa ed etica televisiva. “Le scene esistono, le vediamo anche noi – conferma la Mennoia – ma non arrivano in onda. Non vogliamo distruggere le persone o esporle oltre il necessario. Se uno spettatore è attento, capisce tutto anche senza vedere”.
Insomma, in un panorama televisivo spesso dominato dalla provocazione e dalla pornografia dei sentimenti, Temptation Island rimane fedele a un approccio narrativo che punta sull’empatia, non sulla morbosità. Un esperimento emotivo, più che un reality classico, che mette a nudo l’anima più che il corpo.
E alla fine, come dice sempre Filippo Bisciglia, il programma non racconta la tentazione in sé, ma il viaggio nei sentimenti, con tutto ciò che ne consegue: dubbi, paure, speranze, sogni. E forse, ogni tanto, anche un lieto fine. Ma mai a costo della dignità di chi partecipa.