A quasi vent’anni dal delitto di Garlasco, un nuovo elemento riaccende il dibattito attorno alla vicenda che vide protagonista Chiara Poggi. Lei fu uccisa nella sua abitazione il 13 agosto 2007.
Secondo un’indiscrezione riportata dal settimanale Giallo, Marco Poggi – fratello della vittima – potrebbe non essere stato in vacanza in Trentino Alto Adige con i genitori nel giorno dell’omicidio. Queste affermazioni contrastano con quanto dichiarato fin dalle prime fasi delle indagini. Tuttavia, i legali della famiglia smentiscono con fermezza ogni nuova ipotesi. Denunciano inoltre la diffusione di presunti “falsi scoop”.
La testimonianza del gestore dell’hotel di Falzes
Al centro della controversia, le parole del proprietario della struttura alberghiera dove la famiglia Poggi avrebbe soggiornato. Secondo quanto riportato, l’uomo avrebbe affermato che Marco non era presente all’hotel nei giorni della vacanza. Non solo: nemmeno Alessandro Biasibetti – l’amico di Marco divenuto successivamente frate – risulterebbe tra gli ospiti. A detta del gestore, solo i genitori di Marco avrebbero occupato una camera matrimoniale.
Lo stesso albergatore sostiene di ricordare con precisione quei giorni per via della chiamata improvvisa ricevuta dalla famiglia Poggi dopo la notizia dell’omicidio. Egli dichiara di non essere mai stato contattato dalla Procura né dagli inquirenti durante le indagini iniziali. Inoltre, nessuno lo contattò nemmeno nei successivi approfondimenti.
La replica degli avvocati della famiglia Poggi
Gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, legali storici dei genitori di Chiara Poggi, hanno reagito duramente alle dichiarazioni diffuse dal settimanale. In una nota, definiscono «inaccettabile» che certe affermazioni vengano pubblicate senza alcun riscontro, accusando chi alimenta queste narrazioni di essere «privo di scrupoli». I legali sottolineano inoltre come la Procura di Pavia, nonostante il clamore mediatico, non sia intervenuta per smentire ufficialmente queste presunte falsità.
La telefonata tra le sorelle Cappa: “Se Chiara è morta alle 9.30, ci siete dentro voi”
A gettare ulteriore benzina sul fuoco è un’altra rivelazione pubblicata dal quotidiano Il Tempo. Si tratta della trascrizione di una telefonata privata tra Maria Rosa, madre delle gemelle Cappa (figlie di Paola, amica della famiglia Poggi), e la sorella Carla. In questa conversazione, Carla lascia intendere che la collocazione temporale del delitto potrebbe essere stata alterata. Questo cambiamento sarebbe a beneficio di Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara e già condannato in via definitiva per il delitto.
«Se Chiara è morta alle 9.30-10, allora ci siete dentro voi», afferma Carla. La sorella risponde parlando dell’interrogatorio durato dodici ore, ricordando quanto le venisse chiesto in modo puntiglioso: orari, vestiti, scontrini. «Non ho nulla da nascondere», ribadisce Maria Rosa, sostenendo la trasparenza della sua testimonianza.
Alberto Stasi: la condanna e il silenzio
Alberto Stasi, oggi detenuto presso il carcere di Bollate, continua a professarsi innocente nonostante la condanna definitiva a 16 anni. In una recente intervista dal carcere, ha dichiarato di avere “la coscienza pulita”. Egli riconosce comunque il peso dell’accusa che ha cambiato per sempre la sua vita.

Una verità ancora frammentata?
Il caso Garlasco resta una delle vicende giudiziarie più intricate degli ultimi decenni in Italia. Nonostante la sentenza definitiva, continue testimonianze, indiscrezioni e nuovi presunti indizi rischiano di riaprire vecchie ferite. Infatti, potrebbero riaccendere i riflettori mediatici. Tra chi chiede giustizia e chi cerca verità alternative, l’unica certezza resta il dolore della famiglia di Chiara. Sono ancora al centro di una vicenda che sembra non avere mai una fine.