Dietro il successo di Biagio Antonacci c’è una storia fatta di sacrifici, umiltà e orgoglio. In una recente intervista, il cantautore ha condiviso ricordi profondi della sua infanzia, tra le difficoltà economiche della famiglia e la determinazione nel voler cambiare destino.
“Papà arrivò a Milano senza nulla. Dormiva nei cantieri”
Biagio ricorda gli inizi durissimi vissuti dal padre, emigrato al Nord senza alcuna certezza: “Mio padre era arrivato a Milano senza niente. Dormiva dove capitava, spesso nei cantieri. Cercava un futuro per noi, ma non aveva nulla in mano. So bene cosa significa non avere soldi: ci siamo stati vicini molte volte anche noi.”
“Ci chiamavano terroni. E noi volevamo dimostrare quanto valevamo”
Antonacci, cresciuto tra Rozzano e quello che veniva chiamato “il Bronx”, racconta il peso delle discriminazioni subite da ragazzo: “Ci davano dei terroni, come fosse un insulto. Ma quella rabbia ci ha acceso dentro qualcosa: la voglia di farcela, di dimostrare a tutti il nostro valore.”
Tra amicizie sincere, scontri e una forte determinazione, Biagio ha costruito il suo carattere proprio in quei contesti periferici, spesso difficili, ma ricchi di insegnamenti di vita.
L’assegno da venti milioni e lo spavento di sua madre
Il successo, quando arriva a chi è partito da zero, può sembrare surreale. “Ricordo la prima volta che ho ricevuto un assegno dalla SIAE da venti milioni di lire. A casa ci sembrava ci fosse un errore. Mia madre si spaventò: ‘Chiama la polizia, questi soldi non sono tuoi!’ mi disse. La tranquillizzai subito: erano guadagni veri, frutto della mia musica.”
“Ai miei figli insegno prima di tutto la libertà”
Oggi Biagio Antonacci è non solo un artista stimato, ma anche un padre attento a trasmettere i valori appresi nella difficoltà: “Ripeto sempre ai miei figli che devono avere rispetto per gli altri, certo, ma prima ancora devono essere liberi. Liberi di scegliere chi vogliono essere, senza farsi condizionare o limitare da nessuno.”
Dalle periferie di Milano ai palchi più importanti: il riscatto di Biagio
Il racconto di Antonacci non è solo una testimonianza personale, ma un messaggio di speranza per tanti giovani che partono da contesti complicati. “Se vieni dalla povertà – dice – la fortuna ti sembra una trappola. Ma è proprio lì che devi crederci ancora di più.”