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Garlasco, il video inedito tra Alberto Stasi e Stefania Cappa: nuova svolta nelle indagini

Garlasco, il video inedito tra Alberto Stasi e Stefania Cappa: nuova svolta nelle indagini

Un video inedito del 2007, trasmesso nella puntata più recente di “Chi l’ha visto?”, ha riportato sotto i riflettori il delitto di Garlasco e i suoi risvolti ancora oscuri. Le immagini mostrano una scena mai vista prima: un dialogo riservato, registrato in caserma tra Alberto Stasi e Stefania Cappa, una delle cugine di Chiara Poggi, avvenuto quattro giorni dopo l’omicidio.

Il filmato, registrato all’insaputa dei due protagonisti, è stato realizzato grazie a un espediente dei carabinieri: dopo un’ora di interrogatorio, l’ufficiale esce volontariamente dalla stanza per lasciare i due giovani soli, attivando l’intercettazione ambientale.

L’abbraccio tra Alberto Stasi e Stefania Cappa: la scena intercettata

Appena la porta si chiude, Alberto Stasi, visibilmente provato, apre le braccia e Stefania Cappa si rifugia in un lungo abbraccio. «Non mi lasciano stare», sussurra la ragazza. «Chi?», domanda Stasi. «Loro», risponde lei, riferendosi – si presume – agli investigatori. L’ex fidanzato di Chiara replica: «Neanche a me, pensano che sono uno str***zo». Una frase che, rivista oggi alla luce della sua condanna definitiva a 16 anni per omicidio, assume un peso drammatico.

Il video prosegue con un momento ancora più delicato: Stefania Cappa chiede a Stasi com’era il corpo di Chiara. Lui, quasi sorpreso, si tocca il petto e risponde: «Ho come un flash… l’ho vista a pancia in su, con qualcosa di bianco sul viso». A quel punto il video si interrompe, ma il suo contenuto riaccende i dubbi e alimenta nuove ipotesi investigative.

Indagini riaperte: ritrovati un martello e un oggetto metallico nella roggia

Il giorno successivo alla messa in onda del video, le indagini sul caso Poggi hanno subito un’accelerazione. Il 14 maggio 2025, la Procura di Pavia – con l’aiuto di vigili del fuoco e protezione civile – ha avviato nuove ricerche nei pressi della vecchia abitazione della nonna di Stefania e Paola Cappa.

Una roggia è stata completamente svuotata con l’ausilio di idrovore e scandagliata con metal detector. Il risultato? Il ritrovamento di un martello e di un bracciolo metallico, che potrebbe appartenere a una sedia o a un attrezzo da camino. Due reperti potenzialmente rilevanti in un’inchiesta che da anni cerca ancora una verità definitiva.

Il supertestimone e i sospetti sulla cugina Stefania: la pista del fiumiciattolo

L’area in cui sono stati trovati i reperti è emersa in seguito alla testimonianza di un nuovo testimone, considerato attendibile dagli inquirenti, che ha indicato Stefania Cappa come la persona vista gettare un oggetto metallico nella roggia subito dopo l’omicidio. La dichiarazione combacia, almeno in parte, con quella resa nel 2007 dal tecnico del gas Marco Muschitta, il quale raccontò di aver visto una donna bionda su una bicicletta, con in mano un attizzatoio, allontanarsi da via Pascoli la mattina del delitto.

Muschitta, tuttavia, in seguito ritrattò tutto, ammettendo di essersi “inventato” la scena. Nonostante la ritrattazione, oggi la sua versione viene rianalizzata alla luce di nuovi indizi e testimonianze che potrebbero dare un senso diverso ai fatti.

Le gemelle Cappa: tra silenzi, abbracci e sospetti

Stefania Cappa, mai formalmente indagata, è tornata al centro dell’attenzione. Nel 2007 era una giovane volontaria della Croce Garlaschese, oggi è avvocata di diritto sportivo, membro della commissione disciplinare del CONI e moglie dell’amazzone Emanuele Arioldi. Nonostante le telecamere non l’abbiano mai indicata come sospettata, il suo coinvolgimento emotivo e la vicinanza ad Alberto Stasi riaccendono interrogativi rimasti sospesi per quasi due decenni.

Nuova svolta per il delitto di Chiara Poggi?

Tra intercettazioni inedite, reperti ritrovati e testimonianze incrociate, il caso Garlasco torna ad animare l’opinione pubblica e i media. A quasi 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, l’ipotesi che ci siano ancora elementi chiave da scoprire è tutt’altro che remota.

La Procura dovrà ora verificare la compatibilità del martello ritrovato con l’ipotetica arma del delitto e la veridicità dei racconti dei testimoni. L’obiettivo è chiudere il cerchio su uno dei casi giudiziari più discussi d’Italia, con una verità finalmente chiara e documentata.

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