Notizie Media e Spettacolo
Notizie Media e Spettacolo
Sanremo 2026 cambierà davvero città? Le polemiche infiammano il futuro del Festival

Sanremo 2026 cambierà davvero città? Le polemiche infiammano il futuro del Festival

Sebbene manchi ancora diverso tempo al prossimo Festival di Sanremo, dibattiti e speculazioni sul suo futuro sono già accesi. Questo Festival sarà il secondo condotto e diretto da Carlo Conti.

In queste settimane, infatti, si stanno moltiplicando voci, retroscena e indiscrezioni. Questi mettono in discussione una delle certezze più consolidate della televisione italiana: il legame tra Sanremo e il Festival della Canzone Italiana.

Un’ipotesi che torna a far discutere: il Festival potrebbe lasciare Sanremo?

A riaccendere la discussione è stato un articolo pubblicato a fine giugno da Il Messaggero. L’articolo ha rilanciato l’ipotesi — già circolata in primavera — di un possibile “trasloco” del Festival in un’altra città italiana. Secondo la testata, la Rai avrebbe iniziato a valutare l’idea di spostare la kermesse musicale in una nuova location. Questa potrebbe essere più moderna o logisticamente vantaggiosa, con l’obiettivo di dare una “nuova veste” all’evento più atteso del panorama musicale e televisivo italiano.

A marzo 2025, la questione era esplosa in seguito alla sentenza del TAR della Liguria, che aveva evidenziato irregolarità nelle procedure di assegnazione del Festival. La sentenza aveva fatto tremare non solo la Rai, ma anche il Comune di Sanremo, mettendo in discussione un’alleanza che dura da oltre 70 anni. Per qualche settimana si era persino paventata la possibilità che altre emittenti televisive potessero subentrare nella produzione della manifestazione.

Tuttavia, il nuovo bando triennale per l’edizione 2026–2028 è stato vinto nuovamente da Viale Mazzini, ossia la Rai. Questo non ha placato le polemiche. Al contrario, nuove tensioni hanno iniziato a emergere. Queste sono soprattutto riguardo alle richieste economiche avanzate dal Comune di Sanremo, ritenute da alcuni “troppo esose”.

Le accuse: la Rai bluffa per ridurre i costi?

Secondo diversi osservatori del settore, la recente ondata di indiscrezioni sarebbe una mossa strategica della Rai. Questa servirebbe per fare pressione sul Comune. La Rai vuole convincerlo a rivedere le sue condizioni economiche. Tra questi osservatori c’è Sergio Cerruti, presidente dell’etichetta discografica Just Entertainment e figura centrale nel ricorso che aveva portato all’intervento del TAR.

In un’intervista rilasciata a Rockol, Cerruti non ha usato mezzi termini, accusando la Rai di “bluffare” per ottenere vantaggi nella trattativa con il Comune. A suo dire, il servizio pubblico starebbe mettendo in scena una vera e propria “ripicca istituzionale” per punire Sanremo dopo le recenti difficoltà legali.

Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni più dure:

“L’anima del Festival non è in una location qualsiasi. Il cuore della manifestazione batte a Sanremo perché lì affondano le sue radici storiche. La sua forza sta proprio nella continuità e nella tradizione, non nei compromessi su spazi, canoni e oneri pubblicitari. Le nuove condizioni imposte dal Comune sono state considerate dalla Rai ‘insostenibili’, ma invece di aprire un tavolo di trattativa serio, rispondono minacciando un trasloco che sa tanto di ripicca infantile.”

Cerruti contro la Rai: “Un cattivo esempio per il servizio pubblico”

Nel suo duro attacco, Cerruti è andato oltre le polemiche economiche. Ha puntato il dito contro l’atteggiamento della Rai in quanto emittente pubblica. Secondo lui, l’azienda avrebbe dovuto riconoscere le proprie responsabilità. Questo, dopo i pronunciamenti del TAR della Liguria e del Consiglio di Stato, che hanno messo in luce criticità nella gestione della gara.

“Per anni, a Viale Mazzini hanno agito come se fossero al di sopra delle regole. Ora che qualcuno chiede trasparenza e correttezza, la risposta è minacciare di portare via il Festival. Un atteggiamento inaccettabile da parte di chi dovrebbe dare l’esempio.”

Cerruti afferma che, anziché valutare il trasferimento del Festival o un cambio di nome, la Rai dovrebbe scusarsi con i cittadini e con gli italiani. È importante ricordare che la manifestazione è finanziata anche con i soldi del canone. Inoltre, Cerruti sottolinea come la Rai avrebbe potuto cercare un compromesso con il Comune. Ha invece evitato il confronto diretto, preferendo lasciare intendere che il Festival possa “andare ovunque”.

Sanremo resta, per ora: ma il futuro è incerto

Ad oggi, nonostante le tensioni e le speculazioni, non esiste alcuna conferma ufficiale sul possibile spostamento del Festival di Sanremo in un’altra città. Tuttavia, è innegabile che il clima si sia fatto teso. Il rapporto tra il Comune ligure e la Rai necessita di un riequilibrio.

L’ipotesi di un Festival “itinerante” o rebrandizzato rappresenterebbe una rivoluzione senza precedenti. Un cambiamento nella storia dell’evento sarebbe notevole, visto che dal 1951 si è sempre svolto nella città dei fiori. La possibilità di trasformare questo evento iconico suscita entusiasmo in alcuni e sgomento in altri. Tuttavia, è chiaro che il confronto tra tradizione e modernità è ormai aperto.

Nel frattempo, Carlo Conti e il suo team continuano a lavorare sull’edizione 2025. Salvo sorprese, si svolgerà ancora una volta all’Ariston, tra fiori, applausi e canzoni. Ma sul domani, nessuno mette più la mano sul fuoco.

Continua a leggere su Macrho.it