La scorsa settimana, il New York Times ha pubblicato un attesissimo elenco: i 100 film piรน rilevanti del XXI secolo. A stilare la classifica sono stati oltre cinquecento professionisti del settore cinematografico, tra registi, attori e critici, e il risultato ha offerto lo spunto per un ampio dibattito culturale. Che cosa definisce oggi un “grande film”? Qual รจ il nuovo canone cinematografico dal 2000 in poi? E soprattutto: รจ possibile rompere lโegemonia statunitense nel racconto del mondo attraverso il cinema?
Le risposte a queste domande devono necessariamente partire da un dato fondamentale: la maggioranza degli intervistati lavora allโinterno dellโindustria hollywoodiana. Questo si riflette direttamente nella composizione della classifica, dove circa il 60% dei titoli selezionati รจ di produzione americana.
Un solo titolo italiano nella lista: โChiamami col tuo nomeโ di Luca Guadagnino
Analizzando i risultati, un fatto salta immediatamente allโocchio: solo un film italiano รจ riuscito a entrare in classifica, ed รจ Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, posizionato al numero 37. Il film, tratto dal romanzo di Andrรฉ Aciman e uscito nel 2017, รจ stato accolto con entusiasmo dalla critica americana ben prima che in Italia. Un riconoscimento importante, certo, ma anche sintomo di una presenza italiana ormai marginale nel panorama cinematografico globale.

Tra anglocentrismo e aperture internazionali: la complessa geografia della classifica
Nonostante lโevidente impronta anglosassone, la classifica del New York Times non ignora completamente il cinema non occidentale. A occupare il primo posto รจ Parasite (2019) del regista sudcoreano Bong Joon-ho, un thriller sociale diventato simbolo di un cinema globale e plurilinguistico.
Altri esempi di apertura includono:
- In the Mood for Love di Wong Kar-wai (Hong Kong),
- La cittร incantata di Hayao Miyazaki (Giappone),
- City of God di Fernando Meirelles (Brasile),
- La tigre e il dragone di Ang Lee (Taiwan),
- Y tu mamรก tambiรฉn di Alfonso Cuarรณn (Messico).
Per quanto riguarda lโEuropa, la presenza รจ piรน limitata. Il titolo europeo meglio posizionato รจ La zona d’interesse di Jonathan Glazer, unโopera britannica ma girata in lingua tedesca, che si colloca al dodicesimo posto. A livello nazionale, la Germania compare con Le vite degli altri e Vi presento Toni Erdmann, mentre la Francia รจ rappresentata da sei film, tra cui Anatomia di una caduta, Il profeta, Ritratto della giovane in fiamme, Amรฉlie, Amour e La vita รจ un raccolto.
Il grande assente: il cinema italiano e la sua crisi d’internazionalizzazione
Il dato che fa riflettere รจ questo: il cinema italiano occupa solo lโ1% della classifica. Unโanomalia? Forse. Un segnale? Sicuramente. Soprattutto se si considera che nelle liste dei โpiรน grandi film di tutti i tempiโ figurano regolarmente capolavori italiani come:
- La dolce vita e 8ยฝ di Federico Fellini,
- Ladri di biciclette di Vittorio De Sica,
- Viaggio in Italia di Roberto Rossellini,
- Lโavventura di Michelangelo Antonioni,
- Il Gattopardo di Luchino Visconti.
ร lecito chiedersi: comโรจ possibile che un Paese con una tale ereditร culturale e cinematografica sia oggi quasi assente nel racconto del presente?
Guadagnino sรฌ, ma gli altri? I limiti della portabilitร culturale
Il caso di Luca Guadagnino sembra lโunica eccezione. Ma cosa lo distingue dagli altri registi italiani contemporanei? Perchรฉ, ad esempio, nomi come Nanni Moretti o Marco Bellocchio, pur autori di opere importanti, non sono riusciti a imporsi a livello globale?
Moretti ha vinto la Palma dโOro nel 2001 con La stanza del figlio, eppure il film ha avuto un impatto piuttosto limitato fuori dallโEuropa. Marco Bellocchio, con titoli come Buongiorno, notte, Vincere e Il traditore, ha realizzato pellicole di grande forza, ma fortemente radicate nel contesto storico-politico italiano, rendendo difficile una loro lettura universale per il pubblico internazionale.
Cinema vs letteratura: il paradosso Ferrante
Un altro elemento interessante emerge confrontando il cinema italiano con la letteratura nazionale. Quando il New York Times ha stilato la sua classifica dei 100 migliori libri del XXI secolo, al primo posto si รจ posizionato Lโamica geniale di Elena Ferrante, presente anche con La figlia oscura e I giorni dellโabbandono.
ร dunque lecito domandarsi: com’รจ possibile che la narrativa italiana riesca a conquistare lโattenzione internazionale con cosรฌ tanta forza, mentre il nostro cinema arranca?
Quale futuro per il cinema italiano?
Il cinema italiano sembra attraversare una crisi di risonanza internazionale, piรน che di qualitร . I talenti ci sono, i temi anche. Ma รจ forse lโincapacitร di rendere questi contenuti “esportabili” che limita il nostro impatto globale.
Chiamami col tuo nome ha funzionato anche perchรฉ parlava allโanima, ma con unโestetica internazionale e una produzione in gran parte straniera. Serve ripensare il modo in cui raccontiamo le nostre storie, affinchรฉ diventino comprensibili โ e toccanti โ per chi sta al di fuori dei nostri confini.